C’è chi col progetto Mattanza collabora, chi ci inciampa, chi lo incrocia, chi ci fa un tratto di strada, chi lo sposa per restargli fedele a vita, chi lo sostiene dalle retrovie.
Ma c’è anche chi Mattanza l’ha vista nascere, perché dentro Mattanza è nato e accanto a Mattanza è cresciuto. Letteralmente: proprio per ragioni anagrafiche. Genealogiche. Diciamo pure di famiglia.
Simone Martino, figlio del nostro Mimmo e uno dei padri di Mattanza, è stato per anni chitarrista e percussionista nelle prime formazioni del gruppo: ci sono anche la sua voce e i suoi strumenti in lavori come “Razza marranchina”, “Nesci suli”, “Viaggio”. Simone è la nostra memoria storica.
Da diversi anni si è trasferito a Roma, dove ha collaborato con gruppi e cantautori quali Claudio Lolli, Giora Feidman, Carmine Torchia, gli Arangara. E dal 2017 porta avanti il progetto REMA, che raccoglie ed elabora testi poetici sia originali che tradizionali, musicandoli o restituendoli in forma teatrale.
Quando gli abbiamo proposto di partecipare alla realizzazione della nostra Magnolia, ha schiarito la voce, ha imbracciato un mandolino e ha impresso la sua cifra stilistica a un poeticissimo Cantu.